Il Gaudente Toscano

  1. I RISTORANTI REGIONALI – CUCINA DOC PREMIANO AL SOLDATO DI VENTURA DI GRADARA

    AvatarBy claudiozeni il 1 June 2014
     
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    Al Soldato di Ventura

    Un vero gioiello turistico la Rocca di Gradara che, con il suo borgo fortificato, costituisce una delle strutture medioevali meglio conservate d’Italia. Eccellente testimone della buona tavola di questa bellezza marchigiana è il ristorante Al Soldato di Ventura, piccolo ed accogliente, attiguo ad una delle porte di accesso al borgo dalla quale si gode una splendida vista che spazia fino al litorale romagnolo. Il locale, la cui cucina è d’ispirazione territoriale marinara e terragna, può ospitare al suo interno circa cinquanta commensali e altrettanti nella veranda estiva. Claudio e Silvana Bertolino che, con i figli Claudia e Andrea gestiscono da vent’anni con capacità e passione il locale, hanno ricevuto di recente la targa di merito di Ristoranti Regionali – Cucina DOC “per aver contribuito alla salvaguardia della cucina tipica regionale, espressione di cultura dei luoghi” www.ristorantiregionali.it Nell’occasione hanno preparato un menù abbinato ai vini della Cantina Pievalta di Maiolati Spontini, nel cuore dei Castelli di Jesi, che ha visto in tavola una ricca proposta di antipasti (frittata rustica, puntarelle con le alici, crostini al tartufo di Sant’Angelo in Vado, coppa di testa e salumi di Ginestreto, piadina farcita con erbe di campo) abbinati al Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, le crestagliate con fagioli, pasta tipica locale preparata con farina doppio zero e farina di mais impastata solo con acqua. A seguire gnocchi di patate con anitra germano abbinati al Rosso Pievalta IGT Montepulciano in purezza lo stesso vino è stato abbinato alla saporita punta di vitello in porchetta con patate e carciofi al forno. Per finire una carrellata di dolci casalinghi che sono stati abbinati a Curina Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Passito. Il nome di questo vino dolce deriva da un vento caldo detto Curina che asciuga i grappoli stramaturi in pianta, appassiti in cassettina e in parte macerati sulle bucce in anfore di terracotta, come facevano gli antichi romani; anche di questo vino si producono solo 3000 bottiglie.

    Claudio Zeni
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